Dal 14 al 16 gennaio al Teatro Manzoni va in scena Il Purgatorio, la notte lava la mente di Federico Tiezzi.
A distanza di trent’anni dalla sua teatralizzazione del poema dantesco, Tiezzi torna ad allestire, in modo totalmente nuovo. Tre spettacoli basati sulle drammaturgie allora create da Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici.
Tiezzi ha scelto di iniziare dal Purgatorio perché è la cantica dell’amicizia e dell’arte. I personaggi sono soprattutto musicisti, pittori e poeti, l’arte è ciò di cui si discorre, l’arte è forse la strada della salvezza.
La cantica dibatte problemi di poesia e di fede, di legami di fraternità e di attività artistiche. Tutto prepara al grande incontro con Beatrice nel Paradiso Terrestre, dove la fanciulla amata da Dante, maternamente lo rimprovererà per aver perduto la «diritta via» della conoscenza.
Il Purgatorio è anche la cantica della speranza.
Quella speranza di cui il momento storico presente ha bisogno più di ogni altra cosa.
Quella speranza che è volontà di un mondo diverso e anelito e movimento verso una migliore coscienza della realtà.
Quella speranza che è trasformazione e aspirazione al bene.