Tradizione a tavola: i piatti da assaggiare - Visit Pistoia
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Tradizione a tavola: i piatti da assaggiare

Pistoia
Quarrata
San Marcello Piteglio

 

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La tradizione pistoiese passa anche dalla cucina. Dal primo al dolce, lasciatevi incantare da questi piatti dai sapori forti e genuini.

La cucina del territorio è autentica e genuina, anche grazie l’utilizzo dei suoi ingredienti poveri, tipici di una cultura prettamente contadina, legata alle sue montagne ricche di castagne, funghi porcini, mirtilli oltre che ai suoi ottimi prodotti vaccini, ovini e il miele. Quali sono i piatti che meritano assolutamente di essere assaggiati da chi passa per queste zone?

1. I maccheroni sull’anatra

Un piatto tipico della tradizione delle feste pistoiesi, immancabile nella tavola del 25 luglio, giorno in cui si festeggia la festa del patrono di Pistoia, San Jacopo. La protagonista di questo piatto è l’anatra “muta” tipica di queste zone con cui viene preparato il ragù che viene servito con i maccheroni freschi spianati a mano come tradizione comanda.

2. Il carcerato

Una zuppa preparata con pane raffermo, interiora di vitello e formaggio grattugiato. Un piatto che ha origine antiche nella tradizione culinaria pistoiese, forse chiamato così poiché veniva servito all’interno del carcere cittadino e dunque preparato con le parti di scarto e di basso costo.
Sicuramente una zuppa insolita, ma senza alcun dubbio gustosa nella sua particolarità.

3. Castagnaccio, necci, frittelle e polenta dolce

Il primo alimento delle popolazioni della Montagna Pistoiese è stato, in un passato neppure troppo remoto, la farina di castagne, alimento molto nutriente e conosciuto per la sua ottima qualità. Castagnaccio, necci, frittelle e polenta dolce sono preparazioni dolci che consentono di gustare la farina di castagne in tutte le sue sfaccettature, non trascurando però che necci e polenta dolce strizzano l’occhio ad abbinamenti con pietanze salate quali salsicce o aringhe. Nel periodo autunnale vengono spesso organizzate sagre paesane dove i necci, serviti con dell’ottima ricotta dell’Appennino Pistoiese, e il castagnaccio, dolce arricchito di noci, uva passa e rosmarino, fanno da padroni.

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4. Corona di San Bartolomeo

Ogni 24 e 25 agosto, intorno alla Chiesa di San Bartolomeo in Pantano a Pistoia, si tiene una tradizionale fiera, ricca di giocattoli e dolci. Per l’occasione i bambini indossano la Corona di San Bartolomeo, una “collana” dolce, composta da biscotti rotondi di pasta frolla, detti pippi, intervallati da caramelle o cioccolatini. San Bartolomeo, altro santo caro ai pistoiesi insieme San Jacopo, è considerato il protettore dei bambini e la sua fiera è dedicata anche a loro.

Una piccola curiosità: in passato a Pistoia, quando i bambini si sbucciavano le ginocchia, non era raro che le madri li chiamassero “sambartolomeini” paragonandoli, bonariamente, al Santo e al suo martirio.

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