Le chiese zebrate di Pistoia
Geometrie del romanico pistoiese
Pistoia
A Pistoia, alcune chiese si distinguono ancora oggi per il loro manto bianco-verde, un tratto caratteristico che è divenuto rappresentativo della città.
Tra il XII e il XIII secolo, anche grazie all’arrivo da Santiago de Compostela della preziosa reliquia di San Giacomo, ancora oggi custodita nella Cattedrale di San Zeno, Pistoia attraversò un periodo di fiorente rinascita. In questo contesto, molte chiese medievali furono ampliate e ridisegnate secondo i canoni dello stile romanico, che in quest’area si distinse per l’uso marcato della bicromia, ottenuta con il marmo bianco di Carrara e il marmo verde di Prato, detto serpentino.
Ancora oggi, molte chiese medievali pistoiesi conservano questi preziosi rivestimenti, costituendo un’attrazione artistica per chiunque visiti la città. Le elaborate geometrie e i pattern suggestivi hanno conquistato l’immaginario di molti, incluso l’architetto Giovanni Michelucci, che fu il primo a coniare il termine “zebrate” per descrivere queste chiese. Inoltre, i motivi del romanico pistoiese hanno ispirato progetti più moderni, come l’iniziativa site-specific Romanico Automatico dello studio Ecòl, proposta per valorizzare il Giardino di Cino, insieme al grande murale di Millo.
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Viaggio alla scoperta della chiese zebrate di Pistoia
Cattedrale di San Zeno e Battistero di San Giovanni in Corte
La Cattedrale di San Zeno è uno degli edifici che impreziosiscono la piazza del Duomo. La prima notizia dell’esistenza della Cattedrale risale al 923, ma l’aspetto attuale è frutto delle successive modifiche nel corso dei secoli. La sua facciata presenta i tratti tipici del romanico locale, seguendo come modello la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Pisa. Al suo interno si conservano numerose opere legate alla storia della città e al culto di San Jacopo, patrono di Pistoia. Da non perdere l’Altare Argenteo e il reliquiario del Ghiberti, mirabili opere di oreficeria.
Davanti la cattedrale, si erge il Battistero di San Giovanni in Corte che, ricostruito durante la prima metà del XIV secolo, unisce alla bicromia bianco verde del romanico forme dell’architettura gotica, come archetti ogivali, pinnacoli. Al suo interno è situato un grande fonte battesimale a vasca, opera di Lanfranco da Como.
Chiesa di Sant’Andrea
Sorta intorno all’VIII secolo lungo una direttrice frequentata dai pellegrini che dalla montagna giungevano in città o che, dopo aver visitato i luoghi della devozione jacopea, riprendevano il cammino verso i valici appenninici, è oggi il risultato dei lavori compiuti principalmente tra XII e XIII secolo.
Sul portale superiore della chiesa, incorniciato da un arco bicromo, è posta la statua del santo titolare, l’apostolo Andrea, mentre sotto, nell’architrave, è scolpito Il viaggio dei Re Magi, opera realizzata da Gruamonte e Adeodato, una scena che richiama il tema del viaggio, essendo i Magi i primi pellegrini della storia cristiana.
All’interno la chiesa conserva il pulpito di Giovanni Pisano (1298-1301), opera di grande maestria, tra i primi esempi di scultura gotica in Italia.
Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas
L’appellativo “Fuorcivitas” testimonia come la chiesa, all’epoca della sua fondazione (VII secolo), si trovasse fuori della prima cerchia muraria, mentre adesso è una tappa imperdibile per chiunque si trovi in città. La chiesa ha assunto l’attuale aspetto tra XII e XIV secolo, con l’elegante facciata bianca e verde, uno tra i punti più alti raggiunti dall’arte romanica e dall’architettura pistoiese.
Al suo interno, l’atmosfera è solenne e si trovano alcune delle opere più significative del patrimonio artistico cittadino, come il pulpito di Fra Guglielmo da Pisa, e La Visitazione di Luca della Robbia, il più antico gruppo plastico monocromo dell’artista.
Chiesa di San Bartolomeo
Fondata nell’VIII secolo e rinnovata nella seconda metà del XII secolo, la chiesa è conosciuta come “in pantano” per ricordare che l’area su cui fu eretta era originariamente paludosa. La facciata inferiore dell’edificio conserva le caratteristiche tipiche dell’architettura medievale pistoiese, mentre la parte superiore, modificata tra il XVII e il XVIII secolo, presenta un profilo più sinuoso, arricchito dalla particolare finestra a campana.
L’usanza di ungere la fronte dei bambini il 24 agosto, giorno di San Bartolomeo, fu introdotta dai Canonici Lateranensi dell’Ordine di Sant’Agostino, noti anche come Rocchettini, che furono presenti nella chiesa a partire dal 1433. A Pistoia, questa tradizione è ancora molto sentita, dove, durante la festa del Santo, oltre all’unzione, si celebrano i bambini con giocattoli e con la Corona di San Bartolomeo, dolce tipico della tradizione.
Chiesa di San Francesco
L’attuale complesso, nato sulla preesistente Chiesa di Santa Maria al Prato fondata dai Frati francescani nella prima metà del XIII secolo, è frutto dei lavori di ampliamento avviati al termine del XIII secolo e protratti sino ai primi anni del XVIII secolo. L’imponente facciata, sormontata da un timpano, presenta i decori tipici delle chiese medievali pistoiesi e un ampio ingresso centrale strombato.
All’interno spicca la copertura a capriate lignee e il grande ciclo pittorico della cappella maggiore, dedicato alle Storie di San Francesco e riscoperto solamente negli anni 20 del Novecento.
Chiesa di San Pier Maggiore
Probabilmente fondata in epoca longobarda, la Chiesa di San Pier Maggiore segue lo stile distintivo delle chiese pistoiesi. Accanto alla chiesa si trova il convento che, fino agli inizi del XIX secolo, ospitò le monache Benedettine e che oggi è sede del Liceo Artistico Policarpo Petrocchi.
La chiesa, sconsacrata e visitabile solo dall’esterno, è nota per una curiosa celebrazione: lo Sposalizio del Vescovo, o Matrimonio Mistico. Questo rito, che un tempo era una vera e propria festa, si teneva in occasione dell’insediamento di un nuovo vescovo in città e, nelle versioni più antiche, prevedeva la presenza di un letto.
Il ricordo di questa usanza affascinò il pittore Kristian Zahrtmann che tra i 1893-1894 dipinse Le nozze mistiche tra il vescovo e la badessa di Pistoja si celebrano davanti alla chiesa di San Pietro nell’anno 1500, attualmente conservato al Bornholms Kunstmuseum, in Danimarca.
Chiesa di San Paolo
Fondata intorno al X secolo, la chiesa viene ricostruita nelle forme attuali nel XII secolo, sempre in risposta all’impulso e al fervore conferito alla città dall’arrivo della Reliquia di San Jacopo. La facciata slanciata si presenta con arcate cieche bicrome che si innestano su elementi gotici, come il portale cuspidato.
L’interno della chiesa ha subito numerosi rifacimenti e ristrutturazioni durante i secoli, soprattutto un incendio del 1895 e i danneggiamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale che ne hanno ridimensionato i decori.
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